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Bianchi da villaggio della Città Regia di Scigliano a moderna e laboriosa cittadina del Savuto

Aggiornamento: 25 set 2018

Franco Emilio Carlino


Secondo le informazioni storiche forniteci da Giuseppe Maria Alfano e dall’Abate Francesco Sacco[1] l’attuale cittadina di Bianchi era uno dei tanti villaggi della Città Regia Demaniale di Scigliano. Facente parte della Provincia di Calabria Citra, ossia di Cosenza, ed in Diocesi di Martorano, le sue origini, compreso lo sviluppo delle sue frazioni, si possono ricondurre intorno alla prima metà del XVII secolo. La ragione fu determinata dal trasferimento di un gran numero di donne e uomini che da Scigliano sua città di origine si stabilizzarono nell’attuale territorio, al tempo in cui l’Università di Scigliano, insieme ai suoi Casali, (Diano, Cupani, Calvisi, Lupia, Serra, Petrisi e Pedivigliano) fu alienata per cessione, a don Cesare D’Aquino, conte di Martorano e Principe di Castiglione, dagli spagnoli presenti con la loro dominazione nel territorio cosentino tra il 1500 e 1600, ma contemporaneamente lusingati dalle potenziali capacità di crescita economica trascinata dalla presenza in loco dell’Abbazia di Santa Maria di Corazzo.

Un periodo molto infelice e amaro non solo per l’intero Paese ma, soprattutto per la nostra regione, che dovette sottostare e tollerare una miriade di ingiustizie tanto da precipitare nella peggiore e disperata situazione sociale. Una condizione alla quale oltre alla tirannide si aggiunsero anche l’avarizia spagnola e le disgrazie naturali dettate dai terremoti, dalla presenza della malaria, dalla pestilenza, e in cauda venenum [il veleno è nella coda] anche dalle terribili scorribande arabe. L’alienazione di Scigliano produsse tanto risentimento, ragione per la quale, interi nuclei familiari decisero di andare via traslocando sui declivi silani dell’altopiano dove erano proprietari di fondi agricoli. Non sono pochi a sorreggere tale idea, infatti alcune informazioni orali vogliono che nel territorio dal toponimo Serradipiro fossero già presenti villini rurali nobiliari riconducibili ad alcune famiglie sciglianesi dei Bianco, dei Folino e al casato dei baroni Accattatis.

Ma non è l’unica ipotesi perché altre inducono a pensare: l’una che l’intera zona dove insiste il comune di Bianchi era già della famiglia Accattatis, che lo avrebbe comperato dallo Stato spagnolo per poi frazionarlo in più poderi e assegnati in patrimonio ai contadini del luogo sul quale pagavano il tributo; l’altra, invece, che l’intera area sia stata acquistata sempre dal Demanio spagnolo, intorno alla metà del XVII secolo, congiuntamente dalla nobiltà sciglianese e potentato locale cui facevano capo oltre agli stessi Accattatis, i Folino e i Bianco di cui si è accennato sopra e dai Muraca. L’esodo della gente, successivamente, fu maggiormente forte in occasione del drammatico movimento tellurico del 1638 che danneggiò l’intera area del Savuto e non risparmiò la Città Regia di Scigliano. La circostanza determinò anche l’avvio della nascita di nuovi caseggiati realizzati in prossimità delle residenze signorili dei profughi sciglianesi facendo sviluppare nel contempo il formarsi della collettività di Bianchi, “forse -come scrive il prof. Mario Bianco- per le antiche case di gesso?”, votata fondamentalmente all’allevamento del bestiame e alla lavorazione dei campi.

Bianchi è un comune montano della Calabria in provincia di Cosenza con circa milletrecento abitanti di cui 657M e 633F. Possiede una superfice di 32,96 kmq composta da collina e montagna e una densità per kmq pari a 39,1 abitanti il cui nome è appellato come Biancari. Le diverse fonti storiche, in modo unanime riferiscono che la forma più antica, documentata del suo etimo (origine del nome) sia proveniente dal nome di una famiglia.

La posizione geografica colloca il piccolo borgo silano dell’area del Savuto a 825 metri sul livello del mare e lo porta a confinare con la provincia di Catanzaro e precisamente con i Comuni di Carlopoli, Sorbo San Basile e Soveria Mannelli, mentre in territorio della stessa provincia di Cosenza confina con quelli di Colosimi, di Panettieri e di Parenti. Facile da raggiungere, il Comune fa parte della Comunità Montana del Savuto, Regione Agraria n. 6 della Sila Piccola Cosentina incastonata nella più vasta area del Parco Nazionale della Sila.

Gli aspetti urbanistici del luogo ci offrono un paese prevalentemente articolato nei diversi e piccoli borghi delle sue frazioni che si identificano in Ronchi, Murachi, Censo, Paragolio, Serradipiro, Palinudo, dove è possibile attraversare piccole stradine e apprezzare chiese e palazzi importanti del passato. Esente da qualsiasi forma di degrado ambientale, il suo territorio influenzato da un clima abbastanza dolce è ricco di scenari agricoli a volte arcaici, come se il tempo si fosse fermato, di pascoli e boschi di castagni e faggi verdeggianti che ornano la dorsale montuosa e la parte valliva in tutta la sua estensione fornendo continue e positive suggestioni e assicurando ai visitatori un habitat rilassante nelle diverse dimensioni fisiche, spirituali, artistiche alle quali si aggiungono senza riserve impagabili indizi di culture lontane e un cospicuo retaggio formato da una considerevole eredità storica del luogo.

In riferimento a quanto appena accennato e per comprendere come forte sia il suo patrimonio artistico basti ricordare che Bianchi è sede di una casa della cultura con una interessante biblioteca comunale nella quale si può godere della presenza del Museo delle pergamene e dei Documenti Storici, dal consistente interesse storico e contenente opere del XVI e XVII secolo di grande rilievo sottoscritte da autorevoli personaggi della storia come imperatori, re e papi (Carlo V d’Asburgo, Federico II di Svevia, Costanza d’Altavilla, Federico IV d’Aragona, papa Benedetto XII). Il Museo, di recente istituzione porta il nome di Luigi Accattatis (1838-1916), scrittore e poeta del luogo molto noto al vasto contesto culturale cosentino, alla Calabria e all’Italia per la pubblicazione del Vocabolario Dialettale Calabrese. Nel suo territorio non mancano le chiese come quella del centro storico dove si può visitare e apprezzare quella Madre di San Giacomo Apostolo, santo patrono del paese, un edificio del ‘700 che nei contenuti architettonici richiama lo stile barocco. A Murachi, invece, il visitatore attento può osservare la Chiesa di Sant’Anna e a Serradipiro la Chiesa di Sant'Antonio con il suo stupendo altare ligneo; a Palinudo la Chiesa della Madonna del Carmine, mentre a Censo la Chiesa dell’Addolorata e a Ronchi La cappella in onore a Maria SS. Addolorata di recente sottoposta a cure di ricostruzione. Infine, di grande interesse artistico e architettonico sono le rovine dell'Abbazia di Santa Maria di Corazzo posta nelle vicinanze Bianchi, precisamente nel sito di Castagna, una frazione del Comune di Carlopoli. Presenti anche alcuni edifici di notevole impegno e sviluppo architettonico, adibiti ad abitazione signorile come quelli degli Accattatis e dei Serravalle.

Di grande interesse ambientale risulta il complessivo territorio di Bianchi con le sue frazioni, siti completamente coperti dagli impenetrabili boschi silani, che ancora oggi celano segni di fatti e miti remoti, e che nel corso delle epoche è stato reso sì vivace dal conseguenziale inurbamento ma senza che questo sia stato deturpato o alterato dal suo inconsueto fascino, come pure, secondo le più svariate informazioni storiche, risulta il poggio denominato di Frate Antonio dove è possibile vedere la Grotta del Brigante Pietro Bianco, discusso protagonista di tante imprese realizzate, nel momento in cui in Calabria emerse il triste fenomeno del brigantaggio, per il coraggio nell’esprimere apertamente la sua personale convinzione politica e sociale e per il suo comportamento.

Circa l’aspetto amministrativo, nel 1700 solamente Serradipiro e Bianchi furono riconosciuti Casali e il territorio di quest’ultimo fu congiunto in un primo momento al Comune di Scigliano e successivamente a quello di Colosimi, mentre nel maggio del 1811, per la precisione il 4 di maggio, con un nuovo decreto (n. 922) imposto dal Governo Napoleonico, si creava una innovativa circoscrizione delle province del Regno di Napoli motivo per il quale il territorio di Scigliano fu smembrato in quattro comuni: Scigliano, Pedivigliano, Colosimi e Soveria Mannelli. Bianchi fu in un primo momento accorpato a Scigliano e successivamente a Colosimi. Infine un Regio Decreto del governo Borbonico del 25 gennaio 1820 pubblicato in Napoli produsse alcune correzioni al circondario dei Comuni, motivo per cui la popolazione dei vecchi Casali di Scigliano raggiunse la piena autonomia amministrativa. Sempre nel 1820, il Comune di Bianchi venne in possesso dei libri per la registrazione dello stato civile, dai quali è possibile rilevare una popolazione generale di 1279 abitanti. Intorno alla metà del XIX Bianchi fece registrare, un significativo aumento demografico quantificato in 1712 abitanti, mentre la Bianchi odierna si assesta intorno ai 1400 abitanti.

A parte l’agricoltura e l’allevamento del bestiame per Bianchi importante e redditizio risulta quanto ottiene dalle attività legate alla trasformazione dei prodotti forestali e da alcune importanti attività artigianali come quella del ferro e del legno e dalla commercializzazione delle castagne.

Bibliografia

[1] Giuseppe Maria ALFANO, Istorica descrizione del regno di Napoli, presso Vincenzo Manfredi, Napoli MDCCXCVIII, p. 89; Francesco SACCO, Dizionario Geografico-Istorico-Fisico del Regno di Napoli…, Tomo III, Presso Vincenzo Flauto, Napoli MDCCXCVI, p. 397.


Via Salita Margherita

Foto di Mario Miglianese: Bianchi - edificio con corte


Via G. Garibaldi

Foto di Mario Miglianese: Bianchi - palazzo


San Giacomo Apostolo

Foto di Mario Miglianese: Chiesa di Bianchi

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