MIGLIERINA
STORIA
Nel 1507 vi era un insediamento nel territorio. dove sorse Miglierina
Nella don Francesco Torcia D'Amico al Vescovo viene data anche la spiegazione del nome Miglierina, così come da sempre si tramandava: «Meglio arena» dalla trasformazione dialettale «megghia rina», denominata così dal primi abitatori per il colle arenoso dove ci si era insediati. Si afferma anche, per tradizione, che il primissimo insediamento sia stato molto più in basso dell'attuale Miglierina, nella località denominata «Cusati», da dove in breve si arriva al fiume e nei territori di Marcellinara e Tiriolo. In seguito, i primi abitanti, sentendosi insicuri e trovando più facilmente terreno e materiale adatto alle costruzioni, si pensa si siano spostati più a nord, precisamente sul «Monte Serra», dove sono sorte le prime case del nuovo insediamento e dove è stato costruito il primo tempietto che doveva servire come luogo di culto e come cimitero. Tutt'ora nel rione «Quadarune» c'è la strada appunto «del Casale».
In località «Cusati» si sono stabiliti originariamente coloni e pastori della vicina Tiriolo e in seguito, con l'afflusso più consistente di interi nuclei familiari e parentali, giunti da territori più lontani (Martirano, Motta S. Lucia, Conflenti, Scigliano) sia posto il nuovo insediamento sul poggio «Monte Serra», anche per non interferire con i coloni già insediati ai «Cusati». In seguito il nucleo del «Monte Serra», «Megghia rina», Miglierina, è diventato più stabile e più consistente, sviluppandosi progressivamente prima come «Casale» e poi, come un vero e proprio paese. Ed è a questo nucleo il riferimento obbligatorio per la successiva storia del paese fino al nostri giorni. Gli anziani ricordano ancora (perché sentito tramandare dai nonni e dai genitori) che, con l'occasione della festa patronale di S. Lucia, molti da Scigliano venivano per ritrovare i parenti, fermandovisi per qualche tempo anche per aiutare a lavorare le carni dei maiali che, subito dopo la festa, venivano uccisi. Così le tradizioni di famiglia si mantenevano e si tramandavano.
Anche oggi l'uccisione del maiale e una festa di famiglia, oltre che una risorsa per la riserva e per l'economia familiare. Un altro riferimento con Scigliano è la comunanza di alcuni nomi di persone (Arcuri, Bruni, Fabiano, Folino, Gagliano, Mazza, Pallone, Rizzuto, Talarico, ecc.) e dei rioni (Quadarune, Timpone, Croce). e non penso sia solo una semplice coincidenza. Del resto Scigliano era sotto l'influsso dell'abbazia di Corazzo i cui possedimenti, già nel 12' secolo, si estendevano in tutto il territorio compreso tra i fiumi Corace ed Amato fino a comprendere gran parte della valle dell'Amato; c'era necessità quindi di coloni per far rendere i dovuti benefici all'abbazia.
Nel 1633, nella relazione di Mons. Ricciulli in visita al monastero di Corazzo per disposizione della Santa Sede, vengono elencati i possedimenti del monastero, tra cui 13, per 35 Tomolate, nel Feudo di Tiriolo.